Embolizzazione fibroma uterino
Attuale evidenza: embolizzazione fibroma uterino
Nell’arco degli ultimo 10 anni, l’embolizzazione delle arterie uterine si è imposta nell’ambito delle soluzioni terapeutiche per la gestione del fibroma uterino. E’ un nuovo approccio, basata sull’intensa ischemia, che causa la necrosi del fibroma; prima di allora, i ginecologi conoscevano solo la terapia medica e quella chirurgica, isterectomia o miomectomia.
Dopo gli iniziali studi sulla sicurezza e sull’efficacia, cominciano a comparire studi sul miglioramento dei sintomi, sul miglioramento della qualità della vita, sulla comparazione dei risultati, sulla tecnica da impiegare e sui materiali da utilizzare, ma anche sulle problematiche della fertilità.
Le domande a cui dobbiamo dare una risposta sono:
- l’embolizzazione delle arterie uterine controlla i sintomi dei fibromi uterini?
- il miglioramento ottenuto a vari livelli, sintomi, qualità della vita, complicazioni, è paragonabile a quelli ottenuti con la chirurgia ?
- quanto dura il miglioramento dei sintomi con l’embolizzazione ?
I fibromi uterini
I fibromi uterini sono tumori benigni dell’utero; presentano la maggiore incidenza nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni di età, per regredire con la menopausa. I sintomi possono essere suddivisi in tre gruppi: quelli collegati alle alterazioni del ciclo, quelli associati alle dimensioni, quelli legati alla fertilità.
Sin dai primi articoli, sebbene riportassero piccoli gruppi di pazienti trattate con questa nuova opzione terapeutica, il controllo dei sintomi era sempre ottenuto con regolarità: le alterazioni del ciclo mestruale risultavano curate nel 86% a 3 mesi e 93% a 1 anno; i sintomi da compressione nel 64% a 3 mesi e nel 92% a 12 mesi.
Se appare chiaro e assodato che il miglioramento dei sintomi, dopo l’embolizzazione delle arterie uterine, è presente e persiste nel tempo, l’entità di tale miglioramento deve essere confrontato con altre soluzioni terapeutiche.
Le terapie precedenti
L’isterectomia, per tanto tempo, è stata l’unica soluzione terapeutica proposta per il trattamento dei fibromi sintomatici, non controllati con la terapia medica; ancora oggi, risulta l’intervento più eseguito. A seguire, nel tentativo di essere meno invasivi, è stata proposta la miomectomia, prima a cielo aperto, poi laparoscopica, specie in quelle pazienti desiderose di conservare una fertilità. Per queste ragioni, molti studi di confronto sono tra soluzioni chirurgiche ed embolizzazione.
I risultati dei vari studi di confronto mostrano che la soluzione dell’embolizzazione delle arterie uterine ha risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con la chirurgia, ma con minore traumatismi e con un maggiore risparmio dell’integrità dell’organo. La degenza in ospedale è più corta; le complicazioni sono praticamente assenti, specie se l’intervento di embolizzazione è effettuato in un centro di elevata esperienza. Il ritorno alle normali attività quotidiane e lavorative avviene in un periodo più breve. La soddisfazione delle donne è elevatissima.
Alla naturale domanda: “ ma quanto a lungo durano i benefici clinici dell’embolizzazione ?”, la risposta è arrivata recentemente.
Vari autori hanno documentato che sul lungo periodo il controllo dei sintomi va dal 65 al 90%, con una percentuale di recidive del 8-23%, per cui solo un 5-15% deve ricorrere all’isterectomia, ma dopo anni dall’intervento di embolizzazione. Se la paziente non presenta recidiva nei primi due anni, difficilmente la presenterà in seguito.
Fibroma uterino e fertilità
Dibattuto ancora è il ruolo dell’embolizzazione nella fertilità. Sicuramente, il fibroma uterino, essendo abbondantemente vascolarizzato, compete con la camera gestazionale, favorendone un distacco precoce; contrasta la sua crescita naturale, riducendone la base d’impianto in quei casi dove il fibroma intramurale ha una ampia evoluzione sottomucosa. La miomectomia ha costituito la risposta ginecologica al problema, ma altere l’integrità dell’utero, obbligando al successivo parto cesareo. L’embolizzazione delle arterie uterine avviene solo ed esclusivamente sul fibroma, annullando la sua copiosa vascolarizzazione, ma non ostacolando la futura gravidanza, Purtroppo i numero sono ancora molto pochi; occorrerebbero lavori prospettici e di confronto in tale senso; la comunità ginecologica è ancora molto scettica su questa soluzione.
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