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Cosa fare quando la prostata è ingrossata

Abbiamo dedicato una serie di articoli sulla iperplasia prostatica benigna e sul ruolo dell’embolizzazione delle arterie prostatiche. Stiamo parlando di radiologia interventistica, una soluzione medica per eseguire interventi mininvasivi, alternativi alla chirurgia.

Quando la prostata supera i 90 grammi

Rappresentano un gruppo di pazienti, all’interno del mondo dell’iperplasia prostatica benigna, sintomatici, molto spesso portatori di catetere vescicale, che hanno un ventaglio limitato di opzioni terapeutiche.

La TURP, considerata il punto di riferimento per prostate di minori dimensioni, non è consigliata per loro, per la minore efficacia e il maggiore rischio di sanguinamento. Le altre opzioni mininvasive hanno dimostrato di non possedere un’efficacia in questi pazienti o hanno dato risultati molto limitati.

Per questo gruppo di pazienti, la prostatectomia a cielo aperto è ancora l’unica soluzione proponibile: soluzione molto invasiva, con rischi elevati di emorragia, incontinenza post-operatoria e disfunzione erettile, che raggiungono complessivamente il 40%.

L’alternativa: l’embolizzazione arteriosa della arterie prostatiche

L’alternativa potrebbe essere l’embolizzazione arteriosa delle arterie prostatiche; soluzione molto meno invasiva, finalizzata ad interrompere il flusso arterioso che alimenta la crescita delle cellule muscolari liscie della prostata.

La selezione dei pazienti deve prevedere i soggetti con sindrome delle basse vie urinarie da iperplasia prostatica, refrattaria alla terapia medica condotta da almeno 3 mesi (non miglioramento della flussometria, dell’IPSS), con un volume della prostata misurato alla risonanza magnetica > 90 gr.

I pazienti possono essere portatori o meno di catetere vescicale a permanenza. Vanno esclusi i pazienti con diverticoli vescicali, con grave insufficienza renale, con calcolosi renale o vescicale.

La diagnostica di questi pazienti deve prevedere un PSA, una flussometria, un’ecografia transrettale, o meglio una risonanza magnetica, la valutazione IPSS. Deve essere esclusa la presenza di una malignità prostatica.

Modalità intervento

L’embolizzazione deve essere effettuata con accesso brachiale, possibilmente, per favorire una precoce deambulazione del paziente; si deve prevedere una copertura antibiotica e la somministrazione di anti-infiammatori e analgesici, durante e dopo l’intervento.

Il cateterismo selettivo deve essere effettuato con un microcatetere, dopo aver individuato bene i rami arteriosi afferenti alla prostata. La punta del microcatetere deve essere posizionata dopo la loro emergenza; l’iniezione può essere effettuata con le siringhe da insulina. Le particelle embolizzanti possono essere comprese tra 150 e 300 micron; devono essere somministrate fino alla stasi del sangue a tale livello. Il controllo arteriografico va fatto dall’arteria iliaca interna.
I controlli vanno effettuati a 3, 6 e 12 mesi.

Il PSA può essere inizialmente aumentato, perché l’infiammazione da acuta si trasforma in subacuta; solo dopo 6 mesi cessa completamente.
Il catetere vescicale può essere rimosso dopo 1-2 settimane.
La flussometria tende a migliorare dal 6° mese in poi, anche se il paziente si accorge soggettivamente del miglioramento.

Lo stesso dicasi per il IPSS: la nicturia e l’urgenza di andare ad urinare diventano un ricordo. Il ricorso ai farmaci viene rapidamente abbandonato..

La diminuzione del volume della prostata è valutabile dopo i 6 mesi dall’intervento.

In letteratura

In letteratura vengono riportati articoli con limitata esperienza, ma significativi come risultati: il PSA è passato da 8 a 3,3; la flussometria è passata da 7,1 di picco di flusso a 15,2 ml/sec, la valutazione IPSS è scesa da 18 a 3, il volume prostatico è passato da 135 gr a 90gr.

Una possibile spiegazione di questi risultati, sicuramente positivi, ma migliorabili, potrebbe risiedere nel fatto che le prime esperienze sono state portate a termine impiegando particelle di alcool polivinilico che, notoriamente, comportano una embolizzazione più prossimale e non attuano quella nuova tecnica suggerita da Carnevale, che tende ad essere più periferica.

Continua…

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