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Simpaticolisi nelle ischemie critiche

Introduzione

Il trattamento delle malattie occlusive arteriose degli arti inferiori prevede varie opzioni terapeutiche: l’esercizio fisico, un adeguato trattamento farmacologico teso alla fluidificazione del sangue e alla correzione dei fattori di rischio, una eventuale ricostruzione vascolare o un by-pass periferico, le procedure percutanee endovascolari di PTA e/o stent. Nel caso dell’ischemia critica tali soluzioni possono rivelarsi insufficienti o inapplicabili per trattare il dolore a riposo e le lesioni trofiche periferiche, in rapporto all’estrema perifericità delle lesioni vascolari.

La tecnica tradizionale e l’alternativa percutanea

La simpaticectomia lombare è un’opzione terapeutica complementare, destinata a quei pazienti con grave arteriopatia periferica degli arti inferiori, allo stadio terminale, che presentino dolore a riposo e gangrena e che non vengono riconosciuti idonei per un tentativo di rivascolarizzazione chirurgica. La simpaticectomia lombare chirurgica, con tecnica tradizionale, è stata ampiamente utilizzata in passato, ma, in virtù dell’invasività, è stata nel tempo accantonata a favore delle tecniche percutanee.

La simpaticectomia lombare percutanea è invece un’opzione terapeutica sicura, poco costosa e facilmente disponibile.

Nell’estremo tentativo di salvataggio dell’arto inferiore, l’azione sul tono vascolare periferico può essere decisiva e la simpaticectomia chirurgica, migliorando il tono vasomotore dei capillari, può influenzare positivamente la guarigione delle lesioni trofiche periferiche degli arti inferiori, riducendo così il dolore a riposo e ritardando l’amputazione.

La nostra esperienza

Tra il 1998 e il 2002, la procedura di simpaticolisi percutanea sotto controllo TC è stata effettuata in 19 pazienti. Tutti i pazienti presentavano un’arteriopatia degli arti inferiori al IV stadio di Fontaine, con dolore a riposo e gangrena. La procedura si è rivelata semplice, sicura, ben tollerata dai pazienti, con una bassa percentuale di complicanze.
Nei giorni successivi, tutti i pazienti hanno riferito un soggettivo miglioramento delle sensazioni dolorose a riposo; la riduzione dell’assunzione di farmaci antidolorifici è stata evidente: si è passati dalla prescrizione fissa prima della procedura, all’assunzione al bisogno. Solo 3 pazienti diabetici hanno continuato ad assumere con regolarità i loro farmaci antidolorifici.

Sebbene la procedura non prevenga né contrasti la naturale evoluzione della malattia arteriosclerotica di base, per la somma degli effetti che determina, ha potuto trovare applicazione nelle arteriopatie croniche al IV stadio, non suscettibili di rivascolarizzazione periferica. La simpaticectomia chirurgica è stata abbondantemente praticata in passato, ma la complessità dell’atto chirurgico, la necessità di dover ricorrere all’anestesia generale in pazienti con condizioni cardiorespiratorie scadenti e una percentuale di mortalità riportata tra il 4-6%, con valori maggiori nei pazienti diabetici, hanno spinto diversi autori alla ricerca di soluzioni alternative: in particolare, ne hanno consigliato una severa limitazione a favore della tecnica percutanea.

Questa viene accettata più facilmente dal paziente, è sicuramente più facile da eseguire rispetto all’atto chirurgico, presenta bassissimi indici di morbilità, costi estremamente ridotti in quanto necessita della sala radiologica e della TC, può essere ripetuta a distanza di mesi, quando cessa l’effetto neurolitico.

Alleghiamo qui la pubblicazione scientifica “La simpaticolisi TC guidata: alternativa terapeutica nelle ischemie critiche”: La simpaticolisi TC guidata: alternativa terapeutica nelle ischemie critiche