Articoli e pubblicazioni

Priapismo

Introduzione

Il priapismo è un’erezione persistente che origina da un disturbo del meccanismo che controlla la detumescenza peniena, senza una relazione temporale con uno stimolo sessuale.
L’affezione può presentarsi in due forme, a seconda dei meccanismi patogenetici: il priapismo veno-occlusivo o a basso flusso (che è il tipo più frequente) e quello post-traumatico o con alto flusso.
È quindi importante distinguere le due condizioni patologiche, visto che la gestione clinica e terapeutica sono diverse, in accordo con la sottostante differenza fisiopatologica. Mentre la diagnosi ed il trattamento del priapismo veno occlusivo sono stati ben definiti, per la forma arteriosa tali aspetti rimangono ancora controversi.

Diagnosi

Attualmente, l’ecocolor-Doppler è la tecnica diagnostica di prima scelta per la sua accuratezza, minor invasività e maggiore economicità. L’emogasanalisi del sangue cavernoso rappresenta un’ulteriore possibilità diagnostica, in grado  di rilevare la presenza di un sangue rosso vivo, con una tensione di ossigeno elevata.

Trattamento

Per quanto riguarda il trattamento della forma ad elevato flusso, diverse sono state le opzioni terapeutiche mediche consigliate e praticate (attenta osservazione, compressione meccanica con impacchi di ghiaccio, oppure l’aspirazione di sangue e la somministrazione intracavernosa di agonisti alfa adrenergici), da sole o in associazione tra loro, con percentuali di successo variabili e comunque non completamente soddisfacenti.

Il ricorso alla chirurgia a cielo aperto è stata sempre considerata l’ultima risorsa possibile, visto che le complicanze hanno compreso una funzionalità residua incompleta fino all’impotenza, la fibrosi peniena e la necrosi.

L’alternativa: embolizzazione arteriosa

Nel priapismo ad elevato flusso, la soluzione terapeutica ottimale continua a rimanere l’embolizzazione arteriosa transcatetere, con cateterismo superselettivo con microcatetere ed embolizzazione della sola arteria pudenda, responsabile della fistola artero-lacunare post traumatica. Non sempre questa manovra risulta tecnicamente agevole, anzi richiede esperienza e una notevole manualità.
La detumescenza quasi immediata al termine della procedura è stata la conferma del successo ottenuto con l’embolizzazione, confortata dal follow-up clinico e strumentale.

Alleghiamo qui la pubblicazione scientifica “Priapismo post-traumatico ad elevato flusso trattato per via percutanea con embolizzazione trans-catetere”: Priapismo post-traumatico ad elevato flusso trattato per via percutanea con embolizzazione trans-catetere