I vantaggi della radiologia interventistica nell’iperplasia prostatica benigna
I vantaggi della Radiologia Interventistica nell’iperplasia prostatica benigna tramite embolizzazione delle arterie prostatiche, rispetto alle tante soluzioni chirurgiche sono numerosi:
L’intervento è eseguibile in anestesia locale e con una sedazione, diminuendo l’impatto dell’anestesia su questi pazienti già compromessi dal punto di vista cardiaco e respiratorio.
Prevede un accesso femorale o brachiale, con una degenza limitata a 1 o 2 giorni (più per il controllo dell’accesso arterioso, che per una sintomatologia legata all’intervento); questo contribuisce ad una minore ospedalizzazione.
Comporta l’abbandono quasi immediato della terapia precedente.
Il posizionamento del catetere vescicale, molto utile per l’intervento, non comporta la sua permanenza anche dopo; viceversa, nei casi di portatori di cateteri vescicali a permanenza, la loro rimozione è programmabile dopo 15 giorni.
Il successo tecnico è elevato: compreso tra il 75 e il 100%.
Gli insuccessi tecnici e clinici dell’embolizzazione sono più elevati rispetto alla TURP (9,4% contro il 3,2%); viceversa, le complicazioni sono maggiori nella TURP. Specie l’emorragia, che può richiedere un periodo più lungo di ospedalizzazione e un maggiore numero di cateterismi vescicali.
Nel lungo periodo, i risultati di miglioramento del flusso sono identici a quelli conseguiti con la TURP, anche se nella seconda opzione i tempi di miglioramento sono immediati.
Continua con un articolo sui possibili effetti collaterali o eventi avversi degli interventi