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Fibroma uterino – caso clinico 9

Donna di 43 anni, con cicli mestruali sempre più emorragici, non più controllati con la terapia ormonale, che la obbligano a consumare 3 pacchi di assorbenti. In anamnesi 2 isteroscopie per fibromi. Hb = 9,8. I controlli ecografici indicano la presenza di 3 fibromi, di cui uno intramurale con sconfinamento sottomucoso, in costante accrescimento. La paziente, con già 2 gravidanze alle spalle rifiuat la soluzione dell’isterectomia.

Autore: Dott. Stefano PIERI

Indicazioni

Il fibroma uterino sintomatico, non sensibile alla terapia ormonale, specie se con localizzazione intramurale, rappresenta la migliore indicazione per una embolizzazione.

Razionale del trattamento

Il fibroma uterino è un tumore benigno dell’utero, altamente vascolarizzato; uno dei sintomi con cui si evidenzia è l’alterazione del ciclo mestruale, che diventa abbondante, copioso, talvolta inarrestabile, tanto da comportare anemia, affaticamento, ricorso ad assunzione di farmaci a base di ferro e ad alterazione della qualità della vita, sia in casa che sul luogo di lavoro.

L’embolizzazione selettiva delle arterie uterine rappresenta una soluzione terapeutica minivasiva ed estremamente precisa per arresatre il flusso arterioso dei fibromi, impedendo loro di crescere ancora e di determinare una sintomatologia preoccupante.

Matieriali

Risonanza magnetica

La scansione sagittale conferma la presenza di un voluminoso fibroma intramurale, con ampio sconfinamento sottomucoso, di cm 5,4 per 5,6 circa, responsabile della sintomatologia emorragica e dell’anemia della paziente.

Arteriografia panoramica

La procedura è stata effettuata con l’approccio transbrachiale; in fase di iniezione tardiva si visualizzano le arterie uterine, nettamente ipertrofiche e tortuose; il loro calibro è quasi identico a quello delle femorali, espressione di una elevata portata, fornendo una spiegazione della consistenza della sintomatologia emorragica della paziente.

Arteriografia selettiva

Con il microcatetere viene incannulata l’arteria uterina destra, per documentarne le caratteristiche, prima d’infondere le particelle idrofiliche calibrate che, grazie al flusso preferenziale, vengono trasportate nei fibromi.

Cateterismo selettivo

La stessa procedura di cateterismo viene effettuata anche nell’arteria uterina di sinistra, per rendere completo il trattamento e di assicurare il maggiore numero di benefici alla paziente.
In questo caso, l’arteria uterina di sinistra si dimostra essere dominante.

Risonanza magnetica a 6 mesi

La scansione sagittale dimostra la regressione volumetrica dell’utero e del fibroma (ora 3,9 per 4 cm); quest’ultimo è completamente devascolarizzato. La paziente riferisce di essere tornata ad avere un ciclo regolare, per durata e quantità, di non assumere più farmaci per l’anemia.

Procedura

L’embolizzazione delle arterie uterine è stata effettuata con l’innovativo e pratico approccio transbrachiale. L’incannulamento selettivo ha consentito il rilascio di particelle idrofiliche calibrate (300 e 500 micron), in grado di occludere selettivamente le arterie per i fibromi. La paziente ha cominciato a deambulare già 2 ore dopo l’intervento ed è stata dimessa la sera del giorno dopo.

A 6 mesi dall’intervento, il controllo di risonanza magnetica documentava la regressione del fibroma e la sua totale devascolarizazzione. A livello clinico, la signora dichiarava di essere tornata normale come ciclo: durata 3-4 giorni. L’anemia rappresentava un vago ricordo; i farmaci a base di ferro non venivano più assunti; al lavoro e in casa era finalmente tornata l’allegria.

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