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Assistenza alla donna con fibroma uterino

L’embolizzazione delle arterie uterine in radiologia interventistica è una terapia percutanea guidata dalle tecniche d’imaging, in grado di offrire un’alternativa alla terapia ormonale cronica e alle tradizionali procedure chirurgiche, come la miomectomia e l’isterectomia, una importante assistenza alla donna con fibromi sanguinanti.

L’embolizzazione deve essere offerta solo alle pazienti con un fibroma uterino sintomatico.

I sintomi del fibroma uterino

Un sanguinamento mestruale importante, il dolore pelvico, la pesantezza e il fastidio pelvico, la frequenza ad urinare o l’incontinenza, il senso di pesantezza rettale sono le manifestazioni sintomatologiche che richiamano l’attenzione. Oltre alle indicazioni al trattamento, ogni paziente deve essere messa a conoscenza delle varie opportunità terapeutiche, tramite un incontro interdisciplinare tra ginecologo e radiologo interventista.

Controindicazioni

La presenza di una gravidanza in atto è una controindicazione assoluta all’embolizzazione. Anche la presenza di un’infezione è una controindicazione per la possibilità di formazione di un ascesso e le possibili complicanze settiche.

Controindicazioni relative comprendono la coagulopatia, un’allergia al mezzo di contrasto una insufficienza renale: tutte queste condizioni possono essere migliorate prima di procedere all’atto interventistico.

Procedure

La risonanza magnetica della pelvi, senza e dopo somministrazione di mezzo di contrasto, è effettuata per confermare la diagnosi di leiomiomioma (fibroma), per escludere al presenza di altre patologie; questa indagine è in grado di determinare la sede, le dimensioni, l’impatto dei fibromi sulle strutture adiacenti, oltre a fornire una valida mappa vascolare delle afferenze arteriose ai fibromi

Durante l’intervento di embolizzazione è bene usare una sedazione consapevole, per garantire la migliore assistenza alla donna con un rilassamento durante la procedura di embolizzazione, anche se alcuni preferiscono un’anestesia spinale o epidurale; molto importante è il controllo del dolore successivo all’intervento di embolizzazione, ottenuto con un cocktail di farmaci, che vengono somministrati continuativamente nell’arco di 24-48 ore.

L’obiettivo della procedura è quello di assicurare l’occlusione completa di flusso nelle principali arterie uterine che irrorano i fibromi, in modo da risolvere la sintomatologia emorragica, oltre che quella gravativa.

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