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TIPS, Procedure Salva-Vita in Radiologia Interventistica

Presso la  Radiologia Interventistica di una nota Azienda Ospedaliera romana, quartiere Monteverde, eseguiamo abitualmente procedure “salvavita” chiamate T.I.P.S. (Transjugular Intrahepatic Porto-systemic Shunt).

Mediante un accesso giugulare destro si effettua un traforo all’interno del fegato per sopperire alla chiusura da  cirrosi delle vene sovra-epatiche.  Si dispone all’interno di questo traforo uno stent metallico rivestito.

Recentemente, presso la U.O.C. di Radiologia Interventistica, ne sono state effettuate due, entrambe con esito positivo.

Segue un estratto di una recente intervista.

D: Dottor Pieri (Radiologo Interventista), su quali pazienti si eseguono le TIPS?

“Si eseguono le TIPS nei seguenti casi:

  1. pazienti  con grave ipertensione portale e ricorrenti episodi di sanguinamento da varici esofagee, non controllabili con la legatura di varici (procedure endoscopiche);
  2. pazienti con grave scompenso ascitico, che non risponde alla terapia medica;
  3. pazienti candidati a trapianto di fegato: al fine di ridurre le complicanze dell’ipertensione portale, in attesa del trapianto.

I Reparti selezionatori  dei pazienti candidati a tale trattamento sono frequentemente: l’Epatologia e la Chirurgia dei Trapianti.”

D: La procedura è difficile ?”

“E’ impegnativa ma tendiamo ad effettuarla in grande sicurezza, studiando, preliminarmente , bene il paziente, in collaborazione col clinico inviante. Gli ultimi pazienti ci sono stati inviati dalla Epatologia.”

D: Dottor Agresti (Radiologo Interventista), quali sono le controindicazioni ?

“Le controindicazioni assolute al posizionamento di un TIPS sono l’encefalopatia epatica acuta ricorrente o cronica in pazienti non candidati al trapianto epatico, la trombosi portale totale, estese neoplasie epatiche e una grave insufficienza renale o epatica.”

D: Quali sono i rischi, dottor Pieri?

“Il principale rischio è la stenosi dello stent inserito, condizione che richiede un rapido intervento per ristabilire la pervietà e il funzionamento dello stesso.
Un altro rischio potenziale è lo sviluppo dell’encefalopatia epatica (nel 5-35% dei casi), condizione caratterizzata dalla presenza di confusione, disorientamento e alterazione del ritmo del sonno, risolvibile il più delle volte con un trattamento medico conservativo.”

Il Dr. Agresti aggiunge: “fortunatamente, fino ad ora non siamo incorsi in questi rischi.”