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Aggiornamento n.4: patologia HCC epatocarcinoma

Segue da Aggiornamento n.3 sull’HCC: epatocarcinoma.

Non ci sono studi di confronto tra TARE e TACE, per cui non è possibile fare raccomandazioni. Nelle percentuali di sopravvivenza non si registrano significative differenze in percentuale tra le due metodiche; c’è una maggiore opsedalizzazione per la TARE e maggiori effetti collaterali.
1 TARE ha il costo di 8 TACE e di 5 DebTACE, per questo non può essere proposto come cura dello stadio B; ha quindi molto più spazio nei tumori in fase avanzata. Anche la TARE versus sorafenib non ha mostrato significative differenze percentuali nella sopravvivenza; nel controllo di malattia la TARE mostra un 81% contro il 46% del sorafenib; nella progressione del tumore tali percentuali diventano 53% e 72%; nella risposta obiettiva i risultati sono 62% contro il 9%).
Il confronto tra TACE e TARE è stato interrotto per carenza di arruolamento; si potrebbe proporre Sorafenib + TARE contro sorafenib.

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Aggiornamenti in campo epatologico: HCC

L’HCC, epatocarcinoma, è in costante aumento d’incidenza, nonostante tutte le malattie facciano segnare un segno inverso: di decremento d’incidenza; l’EASL segnala che in Europa, l’Italia è tra i paesi con la maggiore presenza di HCC.

Mentre gli HCC che si sviluppano su HBV risultano essere compensati, il trattamento medico nei pazienti HCV migliora il quadro clinico, ma non incide sull’ipertensione portale e sull’HCC: si assiste ad un aumento di HCC legati all’alcool, al cibo, ai pesticidi; questi ultimi presenti anche nel tabacco; s’inizia a parlare di una malattia sempre più ambientale. La dieta mediterranea sembra svolgere un’azione protettiva sul fegato, quindi spiega la minore incidenza di tale neoplasia nel sud d’Italia (esclusa la Campania).
Gli HCC non virali cresceranno nei prossimi anni, mentre scenderanno quelli legati ai virus – avremo sempre più anziani con HCC, con minore possibilità di andare al trapianto, a meno che non si amplino i criteri – si trovano sempre più noduli piccoli e in stadio precoce, ma in pazienti con maggiori comorbilità – la percentuale di sopravvivenza continua a non essere elevata – con questo trend, l’HCC potrebbe diventare una complicazione della cirrosi, alla stregua dell’ipertensione portale, che però presenta sintomi meno aggredibili – l’alfa-fetoproteina continua ad essere di poco aiuto – se lo screening passa da 6 a 3 mesi aumenta il rischio di trovare lesioni piccole, difficilmente classificabili; aumenterebbe l’ansia del paziente e la rincorsa ad altri esami per avere una diagnosi.

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Diagnosi varicocele: endocrina e seminologica

Diagnosi varicocele endocrina

Per molti anni, vari ricercatori hanno sospettato che il varicocele fosse caratterizzato da un difetto testicolare, responsabile di alterazioni ormonali, oltre che delle caratteristiche del liquido seminale. La mancanza di riscontri specifici e la estrema variabilità di risultati ottenuti ha reso la diagnostica ormonale obsoleta ed inutile; al giorno d’oggi è tesa ad escludere la presenza di altre patologie che ha confermare l’esistenza di un varicocele.

Le ipotesi fisiopatologiche che hanno cercato di fornire una spiegazione plausibile per i danni associati al varicocele sono quattro: una insufficiente ossigenazione del testicolo e quella di reflusso dei cataboliti surrenalici sono scarsamente suffragate da studi clinici e da dati sperimentali; viceversa il rialzo termico intratesticolare e l’alterata produzione di androgeni sono stati convalidati da numerosi riscontri sperimentali.

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Varicocele in età pediatrica

Da sempre, il varicocele è stata considerata una patologia dell’adulto, scoperta dopo i 18 anni, alla visita di leva, a cui era sottoposta, obbligatoriamente, tutta la popolazione italiana. Con il prevalere del concetto di prevenzione, con la scomparsa della visita di leva e con lento prevalere del pediatra di base, oggi, maggiore attenzione è dedicata ai soggetti prepubere.

In questi soggetti, la malattia è quasi sempre asintomatica; raramente l’esame obiettivo, effettuato in ortostatismo e con la manovra di Valsalva, è  in grado di evidenziare una franca tumefazione scrotale, sia per le dimensioni dell’apparato genitale, sia per le condizioni in cui si effettua l’esame [grado I: palpabile solo con la manovra di Valsalva; grado II: palpabile in ortostatismo, senza manovre aggiuntive; grado III: visibile in ortostatismo]; molto più spesso è la differenza di volume tra i due testicoli a richiamare l’attenzione del clinico.

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Embolizzazione dei tumori renali

L’embolizzazione dell’arteria renale è un’opzione terapeutica sicura ed efficace, applicabile in numerose situazioni cliniche, sia in urgenza che in elezione. L’applicazione nella strategia terapeutica del carcinoma renale ha una storia poliennale, a partire dagli anni ‘70.

embolizzazione tumori renali

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Infarto testicolare segmentario

Diagnostica per immagini di infarto testicolare segmentario

L’infarto segmentale del testicolo è un evento ischemico raro.

Molto più presente in giovani ragazzi, sembra potersi ricondurre alla torsione intravaginale del funicolo spermatico (infarto globale); in quello segmentale varie cause sono state chiamate in causa, anche se la maggioranza dei casi, oltre il 65%, è stata classificata come idiopatica.

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Infertilità maschile

Infertilità maschile

S’intende per infertilità maschile l’incapacità di ottenere una gravidanza spontanea, dopo un anno di rapporti regolari e non protetti.

Circa un 15% di coppie non riesce a raggiungere l’obiettivo di arrivare ad una gravidanza spontanea, dopo un anno di rapporti, per cui decide di rivolgersi ad uno specialista: chiaramente entrambi i partner devono essere sottoposti a visita dai rispettivi professionisti [nel caso del primo figlio è una coppia su 8 a non riuscirci; tale percentuale sale 1:6 nel caso di un figlio successivo]; in circa il 50% di queste coppie coesiste una infertilità maschile, con alterazione dei parametri del liquido seminale, mentre è idiopatico [non si riesce a stabilire una causa, con normali risultati ai test biochimici, ormonali, genetici e diagnostici] in un altro 30%.

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Tumore del rene. La termoablazione del tumore

Cos’è la termoablazione dei tumori del rene?

La termoablazione a radiofrequenza (comunemente indicata come RFA) è una opzione terapeutica mininvasiva, utilizzata per trattare varie forme tumorali. Avviene con una guida radiologica, in genere l’ecografia, o la TC, per garantire la massima precisione di centraggio della lesione da parte dell’ago elettrodo. La corrente ad elevata frequenza che vi passa, genera il calore che comporta la necrosi delle sole cellule tumorali.

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La prostata e l’ipertrofia prostatica

Quando la prostata complica la vita

L’embolizzazione dell’ipertrofia prostatica benigna.

La prostata, o ghiandola prostatica è un organo tipicamente maschile, con la funzione di produrre un liquido che agevola e fluidifica lo scorrimento degli spermatozoi.

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Sindrome della congestione pelvica

Sindrome clinica,  poco in risalto nell’ampio  panorama del dolore pelvico cronico, presente nel 15-20% delle donne, frequentemente sottovalutata, fino a 20 anni fa. Questa condizione era riconosciuta solo dopo l’esclusione di altre patologie, condannando la donna ad una serie infinita di accertamenti.
Lo sviluppo diagnostico, le maggiori conoscenze, la maggiore consapevolezza dei vari specialisti e l’efficacia delle soluzioni terapeutiche proposte hanno contribuito a fare maggiore chiarezza.

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